Il 4 settembre almeno sette persone, tra cui tre bambini, sono morte in un bombardamento russo a Leopoli, nell’ovest dell’Ucraina, a centinaia di chilometri dalla linea del fronte, il giorno dopo un attacco devastante a Poltava.

Mosca ha intensificato i bombardamenti da quando, il mese scorso, Kiev ha lanciato un’offensiva senza precedenti nella regione russa di Kursk, conquistando decine di località e centinaia di chilometri quadrati di terreno.

“Sette persone, tra cui tre bambini, sono morte e quaranta sono rimaste ferite”, ha affermato la procura generale ucraina su Telegram, precisando che il bilancio è provvisorio.

“Sono stati colpiti edifici residenziali in pieno centro, oltre a strutture scolastiche e mediche”.

Leopoli si trova a settanta chilometri dal confine polacco e a quasi mille dalla linea del fronte. Il suo centro storico è patrimonio dell’umanità Unesco.

L’attacco arriva dopo che il 3 settembre 53 persone sono morte e più di duecento sono rimaste ferite in un attacco missilistico russo a Poltava, nell’Ucraina centrorientale. Due missili balistici hanno colpito un istituto militare e un ospedale della città.

Alcuni influenti blogger ucraini hanno contestato il comando militare di Kiev, sostenendo che una cerimonia ufficiale all’aperto con grande concentrazione di soldati fosse un bersaglio facile.

La sera del 3 settembre l’esercito russo ha colpito anche Kryvyj Rih, nel centrosud del paese, la città natale del presidente Volodymyr Zelenskyj, ferendo cinque persone.

La mattina del 4 settembre Zelenskyj ha denunciato “gli attacchi terroristici russi” e ha chiesto agli alleati occidentali di aumentare le forniture militari. Kiev vorrebbe in particolare nuovi sistemi di difesa aerea e l’autorizzazione a colpire il territorio russo con missili a lungo raggio.