Il 10 settembre il primo ministro polacco Donald Tusk ha definito “inaccettabile” la decisione della Germania d’inasprire la sua politica migratoria, denunciando una violazione della libera circolazione nello spazio Schengen.

Il giorno prima il governo tedesco aveva annunciato l’introduzione di controlli alle frontiere del paese per combattere l’immigrazione illegale, tornata a essere un tema politico importante per il cancelliere Olaf Scholz a causa dell’ascesa dell’estrema destra.

“Questa decisione è inaccettabile”, ha affermato Tusk durante un discorso alla conferenza annuale degli ambasciatori polacchi a Varsavia.

“Quello di cui la Polonia ha bisogno non sono controlli più severi alle nostre frontiere, ma una maggiore partecipazione degli altri paesi, tra cui la Germania, al rafforzamento della sicurezza alle frontiere esterne dell’Unione europea”, ha aggiunto, riferendosi a un’ondata di arrivi orchestrata, secondo Varsavia, dalla Russia e dalla Bielorussia.

Il premier polacco ha annunciato delle consultazioni con gli altri stati che confinano con la Germania.

“Nelle prossime ore avvieremo le discussioni con tutti i paesi colpiti dalla decisione di Berlino per mettere a punto una risposta comune all’interno dell’Unione europea”, ha dichiarato Tusk.

Ai controlli già in vigore alle frontiere tra la Germania e la Polonia, la Repubblica Ceca, l’Austria e la Svizzera, si aggiungeranno dal 16 settembre quelli alle frontiere con la Francia, il Lussemburgo, i Paesi Bassi, il Belgio e la Danimarca.

Il 10 settembre la Commissione europea ha chiesto a Berlino di limitarsi a misure “proporzionate e temporanee”.

Intanto, la Polonia ha prorogato di novanta giorni il mantenimento di una “zona cuscinetto” lungo una parte del suo confine con la Bielorussia.

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