Il 10 settembre la candidata democratica Kamala Harris ha ripetutamente messo in difficoltà il suo rivale repubblicano Donald Trump nel corso di un dibattito in tv molto teso, il cui impatto su un paese diviso è però difficile da prevedere.
Poco dopo la superstar del pop Taylor Swift ha annunciato che nelle elezioni presidenziali del 5 novembre voterà per Harris.
Trump ha affermato sul suo social network Truth Social che la sua prestazione “è stata la migliore di sempre”, mentre i suoi sostenitori hanno messo in dubbio l’imparzialità dei due giornalisti dell’emittente Abc che hanno moderato il dibattito.
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Appena salita sul palco per il dibattito, che si è svolto a Filadelfia, Harris è andata incontro a Trump per stringergli la mano.
Nei novanta minuti del duello in tv l’attuale vicepresidente, 59 anni, ha attaccato senza sosta l’ex presidente, 78 anni, che non aveva mai incontrato di persona.
“Trump è stato pessimo e Harris ha vinto con un ampio margine”, ha affermato il politologo Larry Sabato.
“Ma il dibattito potrebbe non avere grandi effetti sui sondaggi”, ha dichiarato Julian Zelizer, professore dell’università di Princeton.
In uno dei momenti più intensi del dibattito Harris, consapevole di essere in una posizione di forza sul tema, ha criticato il suo avversario per aver diffuso “una serie di bugie sull’aborto” e per aver “insultato le donne statunitensi”.
Da parte sua l’ex presidente ha rispolverato la retorica cupa e a volte scomposta, infarcita di falsità, dei suoi comizi.
Ha accusato Harris di aver “copiato” il programma economico del presidente Joe Biden e di aver lasciato che “milioni di persone si riversassero nel nostro paese da prigioni e istituti psichiatrici all’estero”.
“Non stai sfidando Joe Biden, stai sfidando me”, gli ha ricordato la candidata democratica, scesa in campo dopo il ritiro del presidente a luglio.
Mentre Trump le ha attribuito i “fallimenti” dell’impopolare presidente democratico, Harris ha cercato di smarcarsi e di conquistare una posizione più solida agli occhi degli elettori, molti dei quali devono ancora capire la sua personalità e le sue idee.
Harris ha messo in difficoltà Trump in più occasioni, facendogli perdere la calma.
È avvenuto, per esempio, quando ha affermato che il pubblico abbandonava i comizi del suo rivale “per noia” e quando gli ha ricordato di essere stato “licenziato” dagli elettori nel 2020.
Trump è diventato più aggressivo man mano che il dibattito procedeva, e non ha mai guardato la sua avversaria.
Harris, apparsa più rilassata, si è invece voltata spesso verso Trump, a volte con un’espressione scettica o beffarda.
Nel corso del dibattito Trump ha ripetuto le false accuse del suo schieramento secondo cui i migranti haitiani mangiano “cani e gatti” in una città dell’Ohio.
Nell’occasione è stato ripreso dai due giornalisti dell’Abc, che hanno anche corretto altre sue affermazioni, cosa che i loro colleghi della Cnn non avevano fatto a giugno in occasione del dibattito tra Trump e Biden, che era stato un disastro per il presidente democratico.
I due candidati hanno avuto scambi tesi anche sulla politica estera. Harris ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin farebbe “un sol boccone” di Trump, descritto come un leader “manipolabile dai dittatori”.
“Se Harris diventerà presidente, Israele scomparirà entro due anni”, ha invece dichiarato Trump.
Al termine del dibattito i due candidati non si sono stretti la mano.
L’11 settembre entrambi commemoreranno gli attentati del 2001 e poi si rimetteranno in viaggio per la loro campagna elettorale negli stati chiave: North Carolina e Pennsylvania per Harris, Arizona e Nevada per Trump.