La presidente georgiana Salomé Z0urabichvili, un’europeista ai ferri corti con il governo filorusso, ha rifiutato di firmare una legge che limita i diritti della comunità lgbt+, ha annunciato il suo ufficio il 2 ottobre, dopo che il testo era stato criticato in occidente.
“Zourabichvili ha rifiutato di firmare la legge e l’ha rinviata al parlamento senza mettere formalmente il veto”, ha dichiarato la sua portavoce Marika Botchoïdzé.
Probabilmente la legge entrerà in vigore comunque, perché il presidente del parlamento ha il potere di firmarla in caso di rifiuto presidenziale.
Il mese scorso il parlamento aveva approvato questa legge sui “valori della famiglia” e contro la “propaganda delle relazioni omosessuali”, promossa dal partito al potere Sogno georgiano e ispirata a un testo simile in vigore in Russia.
Il partito, con la sua retorica conservatrice e antioccidentale, sta mettendo a rischio il riavvicinamento della Georgia all’Europa e agli Stati Uniti.
Il paese aveva infatti presentato richieste di adesione all’Unione europea e alla Nato.
La legge vieta la “propaganda delle relazioni omosessuali e dell’incesto” nei programmi in tv e negli istituti scolastici e universitari, oltre a limitare “raduni e manifestazioni”.
Le organizzazioni per i diritti umani hanno criticato la legge in sé, ma anche per la sua formulazione che equipara l’omosessualità all’incesto.
All’inizio di settembre l’Unione europea aveva affermato che il testo “mina i diritti fondamentali dei georgiani e discrimina una parte della popolazione”.
Il 26 ottobre i georgiani andranno alle urne per delle elezioni legislative d’importanza cruciale.
Nella primavera scorsa il paese era stato scosso da un grande movimento di protesta contro una legge “sugli agenti stranieri”, anche questa ispirata a un testo repressivo russo.
Una legge contro la “propaganda lgbt” era stata approvata in Russia una decina di anni fa, ma da allora è stata ampliata. Di recente Mosca ha anche aggiunto il “movimento internazionale lgbt” alla sua lista delle organizzazioni “terroristiche ed estremiste”.