Il 2 ottobre la Repubblica Dominicana ha annunciato un piano a “esecuzione immediata” che prevede l’espulsione di diecimila haitiani senza documenti ogni settimana.

L’obiettivo è contrastare l’arrivo dei migranti irregolari da Haiti, con cui la Repubblica Dominicana condivide l’isola caraibica di Hispaniola.

“L’operazione, che punta a ridurre il numero eccessivo di migranti, sarà condotta con protocolli rigorosi che garantiscono il rispetto dei diritti umani e della dignità delle persone rimpatriate”, ha affermato Homero Figueroa, portavoce del presidente Luis Abinader, al termine di una riunione del consiglio di sicurezza e difesa nazionale.

Durante la riunione si è anche deciso di rafforzare la sorveglianza alla frontiera con Haiti, impiegando più personale e attrezzature, tra cui videocamere e droni.

Figueroa ha sottolineato che, nonostante una missione multinazionale di sostegno alla polizia haitiana, “i risultati ottenuti sono finora limitati” e la Repubblica Dominicana “è quindi costretta ad agire per garantire la propria sicurezza e stabilità”.

“Avevamo avvertito le Nazioni Unite, chiedendo che con i paesi coinvolti agissero in modo responsabile ad Haiti, per evitare che dovessimo prendere provvedimenti in patria”, ha affermato il presidente Abinader.

Da quando si è insediato nel 2020, Abinader ha inasprito la politica migratoria del paese, moltiplicando le espulsioni di migranti irregolari e rafforzando la presenza della polizia alla frontiera con Haiti, dov’è stato costruito un muro di 164 chilometri, che in futuro sarà esteso.

Nel 2023 la Repubblica Dominicana ha espulso 250mila haitiani.

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