Il 14 ottobre il gruppo libanese Hezbollah ha minacciato Israele di nuovi attacchi se proseguirà la sua offensiva in Libano, il giorno dopo un attacco con droni che ha ucciso quattro soldati israeliani in una base militare a sud di Haifa.
Si è trattato dell’attacco più letale in Israele dall’inizio della guerra aperta tra l’esercito israeliano ed Hezbollah, il 23 settembre. Il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi ha definito l’attacco “doloroso”.
Hezbollah, un gruppo libanese sostenuto dall’Iran e alleato di Hamas, ha avvertito che quest’attacco costituisce solo un “assaggio” di ciò che attende Israele se proseguirà le sue operazioni militari in Libano.
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L’esercito israeliano ha affermato che quattro soldati sono morti e sette sono rimasti feriti nell’attacco, che ha colpito un suo campo di addestramento a Binyamina, a sud della città di Haifa, nel nord d’Israele.
Una fonte militare ha dichiarato all’Afp che l’attacco, condotto la sera del 13 ottobre con i droni, ha colpito la mensa della base militare.
Secondo United Hatzalah, un’organizzazione di soccorso composta da volontari, più di sessanta persone sono rimaste ferite nell’attacco.
Hezbollah ha affermato di aver lanciato contemporaneamente decine di missili verso il nord d’Israele per “distrarre i sistemi di difesa aerea israeliani”.
Intanto, nel sud del Libano, dove il 30 settembre Israele ha lanciato un’offensiva di terra, Hezbollah ha affermato che i suoi combattenti hanno affrontato il 14 ottobre dei soldati israeliani che cercavano d’infiltrarsi nella zona del confine.
Il 13 ottobre sono stati segnalati combattimenti tra miliziani di Hezbollah e soldati israeliani in almeno quattro villaggi.
Dopo quasi un anno di guerra nella Striscia di Gaza, a settembre Israele ha spostato il baricentro della sue operazioni militari in Libano per consentire il ritorno a casa di circa 60mila sfollati israeliani.
Il ministero della salute libanese ha riferito il 13 ottobre che nelle ventiquattr’ore precedenti 51 persone sono morte negli attacchi israeliani, portando a più di 1.300 il bilancio delle vittime dal 23 settembre. Secondo le Nazioni Unite, più di 700mila persone sono state costrette a lasciare le loro case.
Il 13 ottobre l’Unifil, la forza di pace delle Nazioni Unite in Libano, ha denunciato le “scioccanti violazioni” commesse da Israele negli ultimi giorni, riferendosi ai colpi sparati contro le sue postazioni nel sud del paese, che hanno causato alcuni feriti.
L’Unifil ha aggiunto che nella mattinata del 13 ottobre due carri armati israeliani hanno fatto irruzione in una delle sue postazioni.
In precedenza il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva invitato le Nazioni Unite a “ritirare immediatamente i soldati dell’Unifil dalla zona dei combattimenti”.
“Gli attacchi contro le forze di pace potrebbero essere crimini di guerra”, ha avvertito il 13 ottobre un portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.
Intanto, nella Striscia di Gaza la difesa civile locale ha affermato la sera del 13 ottobre che almeno ventidue persone, tra cui quindici bambini, sono morte in un bombardamento israeliano contro una scuola trasformata in rifugio per sfollati palestinesi nel campo di Nuseirat.