L’opposizione filoeuropea ha lanciato un appello a manifestare il 28 ottobre contro presunti brogli elettorali orchestrati dal partito al potere, mentre la presidente Salomé Zourabishvili ha denunciato “ingerenze di Mosca”.

Secondo i risultati quasi definitivi delle elezioni legislative del 26 ottobre, il partito filorusso Sogno georgiano, al potere dal 2012, ha vinto con il 54,08 per cento dei voti, contro il 37,58 per cento della coalizione filoeuropea.

Sogno georgiano dovrebbe ottenere 91 seggi sui 150 del parlamento, un dato che gli garantisce la maggioranza assoluta ma non quella dei tre quarti necessaria per modificare la costituzione e, secondo i suoi piani, vietare i partiti d’opposizione filoccidentali.

L’opposizione, che aveva rivendicato la vittoria basandosi sugli exit poll, ha però denunciato brogli sistematici.

“Siamo vittime di un’operazione speciale russa, una forma moderna di guerra ibrida contro il popolo georgiano”, ha affermato la presidente filoeuropea Zourabishvili.

La mattina del 28 ottobre il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha smentito ingerenze russe.

L’opposizione accusa il partito al potere, fondato dal miliardario Bidzina Ivanishvili, di voler rafforzare i legami con Mosca a scapito di una possibile adesione all’Unione europea e alla Nato, obiettivi sanciti nella costituzione.

“Le elezioni sono state rubate con un colpo di stato istituzionale”, hanno affermato i leader della coalizione filoeuropea.

Anche l’ex presidente Mikheil Saakashvili, attualmente in prigione, ha lanciato un appello a “manifestare in massa per mostrare al mondo che siamo disposti a lottare per la libertà”.

L’Unione europea, consapevole del fatto che i negoziati di adesione dipendevano dall’esito delle elezioni, hanno chiesto l’apertura di un’inchiesta sui presunti brogli elettorali, come anche Washington.

Gli osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) hanno denunciato “pressioni sugli elettori” e varie irregolarità, citando “compravendite di voti” e “violazioni della segretezza del voto”.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che ha buoni rapporti con il presidente russo Vladimir Putin e il cui paese detiene la presidenza di turno del consiglio dell’Unione europea, è atteso in Georgia il 28 ottobre per una visita ufficiale di due giorni.

Nel maggio scorso la Georgia è stata scossa da grandi manifestazioni contro una legge sugli “agenti stranieri” ispirata a una normativa russa usata per tenere sotto controllo la società civile.

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