La coalizione del primo presidente di sinistra nella storia dello Sri Lanka, Anura Kumara Dissanayake, ha ottenuto una vittoria sciacciante nelle elezioni legislative del 14 novembre.

Marxista di formazione, ma da tempo convertito all’economia di mercato, Dissanayake, 55 anni, era stato eletto a settembre alla guida del paese, stremato da una grave crisi economica che ha imposto alla popolazione una brutale cura di austerità.

Dissanayake ha ottenuto un ampio consenso popolare grazie alle promesse di ridurre le tasse sui beni di prima necessità e di sradicare la corruzione.

Secondo i risultati parziali diffusi dalla commissione elettorale, con più di tre quarti delle schede scrutinate, la coalizione di sinistra Npp, guidata dal partito del presidente, il Janatha vimukthi peramuna (Jvp), ha ottenuto almeno 123 dei 225 seggi del parlamento.

L’Npp, che disponeva solo di tre seggi nel parlamento uscente, ha ottenuto più del 60 per cento dei voti, arrivando in testa in ventuno dei ventidue distretti del paese.

La formazione guidata del leader dell’opposizione Sajith Premadasa ha ottenuto il 18 per cento dei voti, mentre quella guidata dal predecessore di Dissanayake, Ranil Wickremesinghe, ha ottenuto solo il 4,5 per cento.

Anche se il suo partito ha ancora nel simbolo la falce e il martello, Dissanayake ha ottenuto il sostegno della comunità imprenditoriale impegnandosi a rispettare un accordo concluso nel 2023 con il Fondo monetario internazionale, senza però escludere la possibilità di rinegoziarlo.

L’accordo era stato firmato dopo il collasso finanziario del 2022.

All’epoca un’ondata di proteste contro la carenza di beni di prima necessità e l’inflazione aveva portato alla caduta del presidente Gotabaya Rajapaksa.

In cambio di 2,9 miliardi di dollari di aiuti del Fondo monetario internazionale, il suo successore Wickremesinghe aveva introdotto drastiche misure di austerità, con un aumento delle tasse e una riduzione della spesa pubblica.

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