Il 29 novembre l’oppositore russo Aleksej Gorinov, che nel 2022 era stato il primo a essere condannato in Russia per aver contestato l’invasione dell’Ucraina, è stato condannato ad altri tre anni per “apologia del terrorismo”.

Gorinov, che all’epoca era un consigliere comunale di Mosca, era stato condannato a sette anni di prigione per “diffusione di false informazioni sull’esercito russo”, in base a un articolo del codice penale entrato in vigore poche settimane dopo l’inizio della guerra, che risale al febbraio 2022.

Secondo il sito d’informazione indipendente Mediazona, il 29 novembre dopo la lettura della sentenza Gorinov, 63 anni, ha gridato al giudice: “Io sono per la pace, tu per la guerra”.

Gorinov era stato incriminato una seconda volta in seguito ad alcune conversazioni avute con altri detenuti durante un ricovero per polmonite in un ospedale giudiziario nel gennaio 2023.

Secondo l’accusa, Gorinov avrebbe giustificato l’attacco ucraino al ponte di Crimea, che collega la penisola annessa da Mosca nel 2014 alla terraferma russa, e le azioni della brigata Azov e del reggimento Kraken, due unità militari ucraine considerate organizzazioni terroristiche in Russia.

Prima della lettura della sentenza, Gorinov ha chiesto ancora una volta “la fine del sanguinoso e inutile massacro in Ucraina”.

“Non è forse arrivato il momento di lasciare in pace i nostri vicini e pensare a risolvere i nostri problemi?”, ha dichiarato, aggiungendo: “La mia unica colpa, in quanto cittadino russo, è di non essere riuscito a impedire questa guerra”.

Nel luglio 2022 Gorinov era stato condannato dopo aver contestato “l’aggressione militare in corso in Ucraina” durante una riunione del consiglio comunale del 15 marzo, trasmessa su Youtube.

Centinaia di persone, forse migliaia, sono attualmente detenute in Russia per aver contestato l’invasione dell’Ucraina. Oppositori, attivisti e semplici cittadini sono regolarmente condannati per “tradimento”, “sabotaggio” o “estremismo”.