Il 5 dicembre il primo ministro filorusso Irakli Kobakhidze ha promesso di annientare “l’opposizione liberalfascista”, mentre proseguono le manifestazioni quotidiane contro la sospensione dei negoziati per l’adesione all’Unione europea.

Si sta intensificando la repressione delle proteste, che si svolgono a Tbilisi ogni sera da una settimana, e il 4 dicembre la polizia ha arrestato tre leader dell’opposizione.

“Faremo tutto quello che serve per sradicare il liberalfascismo”, ha affermato durante una conferenza stampa Kobakhidze, che ha accusato l’opposizione, senza fornire prove, di voler “fare la rivoluzione con finanziamenti esteri”.

Kobakhidze se l’è presa anche con il segretario di stato statunitense Antony Blinken, che il 4 dicembre aveva condannato “l’uso eccessivo della forza da parte del governo georgiano”. Il premier ha auspicato un cambio di rotta con la futura amministrazione di Donald Trump.

La Georgia è in preda a una grave crisi politica dalle elezioni legislative del 26 ottobre, vinte dal partito al potere Sogno georgiano ma, secondo l’opposizione e la presidente Salomé Zourabichvili, caratterizzate da gravi irregolarità.

Le manifestazioni sono cominciate il 28 novembre dopo che Kobakhidze ha annunciato la sospensione, almeno fino al 2028, dei negoziati per l’adesione all’Unione europea, un obiettivo sancito dalla costituzione georgiana.

La sera del 4 dicembre migliaia di persone si sono riunite davanti al parlamento di Tbilisi per una settima notte di proteste, mentre la polizia ha risposto con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. Finora quasi trecento persone sono state arrestate.

Sempre il 4 dicembre le forze di sicurezza hanno perquisito gli uffici del partito d’opposizione Droa. Alcuni agenti hanno picchiato e arrestato Nika Gvaramia, leader di un partito alleato, Akhali.

Secondo l’emittente tv Pirveli, altri due leader dell’opposizione, Aleko Elisashvili e Zurab Datunashvili, sono stati arrestati.

Il ministero dell’interno ha inoltre annunciato l’arresto di sette persone accusate di aver “organizzato violenze durante le manifestazioni”. Rischiano condanne fino a nove anni di prigione.

Il Movimento nazionale unito, la principale formazione d’opposizione, guidata dall’ex presidente incarcerato Mikheil Saakashvili, ha denunciato “una campagna di terrore e repressione”.

Nel maggio scorso il paese era stato scosso da grandi manifestazioni contro una legge sugli “agenti stranieri” ispirata a una normativa russa usata per tenere sotto controllo la società civile.