Il 17 dicembre la giustizia statunitense ha inasprito le accuse contro Luigi Mangione, presunto autore dell’omicidio di Brian Thompson, amministratore delegato del colosso assicurativo sanitario UnitedHealthcare.

Mangione, già perseguito per omicido di primo grado, commesso a New York il 4 dicembre, è stato incriminato da un gran giurì per lo stesso reato, ma con aggravante terroristica, ha affermato il procuratore di Manhattan Alvin Bragg.

“L’omicidio aveva anche lo scopo di provocare un clima di terrore”, ha aggiunto.

In caso di condanna, Mangione, 26 anni, che nel 2020 aveva conseguito un master in scienze ingegneristiche presso la prestigiosa università della Pennsylvania (UPenn), rischia l’ergastolo senza possibilità di liberazione condizionale.

Il 9 dicembre Mangione era stato riconosciuto e arrestato in un ristorante McDonald’s ad Altoona, in Pennsylvania. Vari elementi lo collegano all’omicidio, oltre alle immagini delle videocamere di sorveglianza. Le sue impronte digitali sono state rilevate vicino alla scena del crimine e i bossoli corrispondono all’arma da fuoco con silenziatore che aveva con sé al momento dell’arresto, in parte realizzata con una stampante 3d.

La polizia ha anche trovato un testo scritto a mano di tre pagine che critica duramente le aziende di assicurazione sanitaria.

Attualmente detenuto in Pennsylvania, Mangione parteciperà il 18 dicembre a un’udienza che potrebbe accelerare il suo trasferimento a New York, dov’è previsto il processo.

L’assassinio di Thompson, avvenuto in strada a Manhattan, ha suscitato grande scalpore negli Stati Uniti, ed è stato accompagnato da molti commenti sui social network contro le aziende di assicurazione sanitaria, accusate di realizzare enormi profitti sulla pelle dei pazienti.

“Stiamo assistendo a una scioccante e spaventosa celebrazione di un omicidio a sangue freddo”, ha affermato Jessica Tisch, che dirige la polizia di New York.

Tisch ha anche denunciato la comparsa sui muri di New York di volantini che minacciano altri dirigenti d’azienda.

Gli inquirenti e i mezzi d’informazione stanno scavando nel passato di Mangione per cercare di capire cosa lo abbia spinto a commettere l’omicidio. Secondo la polizia, soffriva da mesi di una patologia alla schiena che gli aveva reso “difficile la vita”, ma non sono emersi collegamenti con la UnitedHealthcare.