Un primo caso grave d’influenza aviaria in un essere umano è stato rilevato negli Stati Uniti, hanno annunciato il 18 dicembre le autorità sanitarie, in un momento in cui aumentano i timori di una possibile pandemia.

Il paziente, un uomo di età superiore ai 65 anni affetto da altre patologie, è ricoverato in Louisiana “in condizioni critiche”, hanno dichiarato all’Afp le autorità sanitarie locali.

Si tratta del sessantunesimo caso di contagio umano con il virus H5n1 negli Stati Uniti da aprile, hanno affermato in un comunicato i Centers for disease control and prevention (Cdc) statunitensi.

Le altre persone infettate avevano sintomi lievi.

Gli Stati Uniti stanno affrontando da mesi un’epizoozia (l’equivalente di un’epidemia negli animali) d’influenza aviaria.

“Alcuni elementi fanno pensare che l’influenza aviaria stia bussando alla nostra porta e potrebbe scatenare una nuova pandemia”, ha dichiarato di recente all’Afp Meg Schaeffer, epidemiologa dell’istituto statunitense Sas.

Tuttavia, il 18 dicembre le autorità sanitarie statunitensi hanno assicurato che la loro valutazione del rischio posto dall’influenza aviaria alla salute pubblica non è cambiata e rimane “bassa”.

“Non è stata rilevata alcuna capacità del virus di passare da una persona all’altra”, hanno sottolineato.

“Casi gravi d’influenza aviaria negli esseri umani sono stati rilevati anche in altri paesi”, hanno aggiunto. È il caso, per esempio, di un adolescente ricoverato a novembre nella provincia canadese della British Columbia.

Secondo i Centers for disease control and prevention, il paziente della Louisiana era stato a contatto con uccelli malati.

Dal sequenziamento genomico è emerso che è stato infettato dallo stesso tipo di virus H5n1 rilevato in alcune persone nello stato di Washington e nel vicino Canada, oltre che tra gli uccelli selvatici e il pollame.

Questa versione del virus è diversa da quella rilevata nei bovini, oltre che in alcuni casi umani caratterizzati da sintomi lievi.

Il virus dell’influenza aviaria sta circolando ampiamente negli allevamenti di polli statunitensi e da marzo ha cominciato a diffondersi in modo inedito tra i bovini.

Alla fine di ottobre anche un maiale è risultato positivo al virus H5n1 in un allevamento dell’Oregon.

Mutazione del virus

Il numero crescente di mammiferi infettati dalla malattia è fonte di preoccupazione per gli esperti. Temono che gli alti livelli di circolazione possano facilitare la mutazione del virus, consentendogli di passare da un essere umano all’altro.

La recente individuazione dell’influenza aviaria in persone che non avevano avuto contatti con animali infetti ha aumentato i timori.

Negli ultimi mesi almeno tre persone sono state infettate dal virus H5n1 negli Stati Uniti senza che sia stata accertata la causa.

Dato che tracce del virus sono state rilevate nel latte crudo o non pastorizzato, il dipartimento dell’agricoltura ha annunciato un piano per rafforzare la sorveglianza nel settore.

Non è chiaro come la futura amministrazione statunitense affronterà la questione. Di recente il presidente eletto Donald Trump ha annunciato la nomina a segretario alla salute di Robert Kennedy Jr., noto per essere un sostenitore del latte crudo e scettico nei confronti dei vaccini.