Il primo ministro canadese Justin Trudeau, in forte calo nei sondaggi, ha annunciato il 6 gennaio le dimissioni dopo alcune settimane di crisi politica, aggravata dalle minacce economiche del presidente eletto statunitense Donald Trump.
A quasi dieci anni dal suo insediamento, Trudeau, 53 anni, era sottoposto a forti pressioni da parte dell’opposizione ma anche di alcuni esponenti di spicco del suo partito, preoccupati per le prossime elezioni legislative, previste entro ottobre.
“Mi farò da parte non appena il partito avrà scelto il nuovo leader”, ha affermato Trudeau davanti alla stampa a Ottawa, visibilmente commosso.
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Il prossimo leader del Partito liberale (centrosinistra) diventerà automaticamente primo ministro, mentre i lavori del parlamento saranno sospesi fino al 24 marzo.
Dato che il procedimento di nomina di solito richiede mesi, Trudeau dovrebbe essere ancora in carica il 20 gennaio, quando Trump s’insedierà come presidente degli Stati Uniti.
Poco dopo l’annuncio di Trudeau, il presidente eletto statunitense ha dichiarato che il Canada dovrebbe “entrare a far parte degli Stati Uniti”, un’osservazione che di recente ha ripetuto più volte.
La Casa Bianca ha invece definito Trudeau un “fedele amico degli Stati Uniti”.
Il tasso di popolarità di Trudeau è attualmente ai minimi a causa dell’inflazione, della crisi degli alloggi e di quella dei servizi pubblici.
In questo contesto, le dichiarazioni di Trump dopo la vittoria nelle presidenziali, secondo cui dopo il suo insediamento gli Stati Uniti imporranno dazi del 25 per cento su tutti i prodotti provenienti dal Canada, hanno gettato benzina sul fuoco.
La minaccia ha causato forti tensioni nel governo canadese, culminate nelle dimissioni della vicepremier Chrystia Freeland alla metà di dicembre.
Secondo i sondaggi, il Partito liberale ha uno svantaggio di più di venti punti rispetto al Partito conservatore, guidato da Pierre Poilievre.
Figlio di un ex primo ministro, Trudeau aveva suscitato forti speranze al momento del suo insediamento nel 2015, quando era percepito come un premier moderno, progressista, femminista e attento alle questioni ambientali. Ha comunque reso il Canada il secondo paese al mondo a legalizzare la marijuana, introdotto il suicidio assistito e avviato importanti iniziative sociali.