Il 7 gennaio un forte terremoto ha colpito il Tibet, nel sudovest della Cina, causando la morte di almeno 126 persone e il crollo di molti edifici. La scossa è stata avvertita anche nel vicino Nepal.

Il sisma, di magnitudo 6,8 sulla scala Richter, ha colpito la contea di Tingri, non lontano dal confine con il Nepal, alle 9.05, ha affermato l’agenzia cinese Cenc, che si occupa di terremoti. Secondo lo United States geological survey (Usgs), la scossa è stata di magnitudo 7,1.

“Almeno 126 persone sono morte e 188 sono rimaste ferite”, ha affermato l’agenzia di stampa statale Xinhua. Il precedente bilancio era di 95 morti.

L’epicentro è stato localizzato circa 370 chilometri a sudovest di Lhasa, la capitale della regione autonoma del Tibet.

Le autorità hanno inviato aiuti di emergenza, tra cui tende e coperte, per aiutare gli abitanti a fronteggiare il clima rigido, ha dichiarato la Xinhua.

Le temperature sono di circa otto gradi sotto zero durante il giorno, ma arrivano a meno diciotto gradi la notte, secondo l’agenzia meteorologica cinese.

La contea di Tingri ha circa 62mila abitanti ed è vicina al versante cinese del monte Everest, nella catena dell’Himalaya.

Il sisma è stato avvertito anche nella capitale nepalese Katmandu.

Il sisma del 2015

Anche se i terremoti sono molto frequenti in Tibet, la scossa del 7 gennaio è stata la più forte registrata nel raggio di duecento chilometri negli ultimi cinque anni, secondo l’agenzia Cenc.

La catena dell’Himalaya si trova al confine tra la placca tettonica indiana e quella eurasiatica.

Nel 2015 un terremoto di magnitudo 7,8 aveva causato la morte di quasi novemila persone in Nepal.