La giornalista Cecilia Sala, arrestata il 19 dicembre per aver “violato le leggi” della repubblica islamica dell’Iran, è stata liberata ed è atterrata in Italia l’8 gennaio all’aeroporto militare di Ciampino, a Roma. Ad aspettarla i genitori, il compagno, la presidente del consiglio Giorgia Meloni, il ministro degli esteri Antonio Tajani e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
In mattinata il governo aveva annunciato la liberazione in un comunicato: “La nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia”.
La scarcerazione è il risultato di un “intenso lavoro diplomatico e d’intelligence”, si legge nel comunicato, in cui la presidente del consiglio Giorgia Meloni “esprime la sua gratitudine a coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di ricongiungersi ai familiari e ai colleghi”.
La giornalista era stata arrestata a Teheran mentre si trovava nel paese con un visto giornalistico, ma le autorità iraniane non avevano mai comunicato i motivi precisi del suo arresto.
Da allora Sala, 29 anni, giornalista del Foglio e autrice del podcast quotidiano Stories per Chora Media, era detenuta nel carcere di Evin, a Teheran.
Il caso Abedini
Era stata imprigionata pochi giorni dopo l’arresto negli Stati Uniti e in Italia di due iraniani accusati dalla giustizia statunitense di aver trasferito illegalmente tecnologie sensibili.
Mohammad Abedini, 38 anni, era stato arrestato in Italia su richiesta delle autorità statunitensi, mentre Mahdi Mohammad Sadeghi, 42 anni, era stato arrestato negli Stati Uniti.
Il 17 dicembre la giustizia statunitense li aveva incriminati per “esportazione di componenti elettronici sofisticati in Iran”, in violazione delle regole in vigore negli Stati Uniti e delle sanzioni statunitensi contro Teheran.
Attacco in Giordania
Secondo il dipartimento della giustizia, questi componenti sono stati usati per compiere nel gennaio 2024 un attacco con droni in Giordania in cui sono morti tre militari statunitensi. Teheran ha però smentito il suo coinvolgimento e ha definito le accuse “prive di fondamento”.
Il 6 gennaio il governo iraniano aveva escluso qualsiasi legame tra l’arresto di Abedini e quello di Cecilia Sala.
L’Iran è stato più volte accusato di arrestare cittadini stranieri con dei pretesti per poi usarli come merce di scambio.