Il presidente uscente Zoran Milanović, un socialista dagli accenti populisti, ha vinto nettamente il 12 gennaio il secondo turno delle elezioni presidenziali, infliggendo una dura sconfitta all’Unione democratica croata (Hdz, destra), attualmente al governo.
In base ai risultati quasi definitivi del ballottaggio, Milanović ha ottenuto più del 74 per cento dei voti, contro il quasi 26 per cento del suo rivale Dragan Primorac.
Si tratta del divario più ampio mai registrati in un’elezione presidenziale dall’indipendenza della Croazia, paese in cui il capo dello stato ha però un ruolo prevalentemente rappresentativo.
Milanović aveva sfiorato la vittoria già al primo turno, quando aveva ottenuto il 49 per cento dei voti.
L’esito delle presidenziali costituisce un nuovo duro colpo per l’Hdz e per il primo ministro Andrej Plenković, rivale di lunga data di Milanović, già indeboliti da uno scandalo di corruzione a novembre.
“Grazie Croazia!”, ha gridato Milanović davanti ai suoi sostenitori riuniti in una galleria d’arte di Zagabria. “Questa vittoria è il riconoscimento del mio lavoro negli ultimi cinque anni e un messaggio del popolo croato a chi di dovere”, ha aggiunto, riferendosi al governo.
Il tasso di partecipazione è stato di quasi il 44 per cento, secondo la commissione elettorale.
Attualmente la Croazia, un paese di circa 3,8 milioni di abitanti che fa parte dell’Unione europea, è alle prese con il più alto tasso d’inflazione dell’eurozona, corruzione endemica e carenza di manodopera.
Critiche all’Unione europea
Dall’indipendenza, nel 1991, questa ex repubblica jugoslava è stata governata principalmente dall’Hdz. Milanović, già ex primo ministro, si è però insediato come presidente nel 2020 con il sostegno del Partito socialdemocratico (Sdp), la principale forza d’opposizione.
Figura chiave della scena politica croata da quasi due decenni, è spesso entrato in rotta di collisione con Bruxelles.
Il 12 gennaio, dopo aver votato a Zagabria, è tornato a criticare l’Unione europea, definendola “per molti versi autocratica e poco rappresentativa”.
Milanović ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina, ma anche criticato il sostegno militare dell’occidente a Kiev.