Nel 2024 il prodotto interno lordo (pil) della Germania si è ridotto per il secondo anno consecutivo, a conferma delle difficoltà dell’industria tedesca in un contesto di forte instabilità politica.
Il pil si è ridotto dello 0,2 per cento, secondo una stima fornita il 15 gennaio dall’istituto Destatis, che è in linea con le previsioni pessimistiche del governo e degli economisti.
Nel 2023 la riduzione del pil, attribuita soprattutto all’aumento dei costi dell’energia dopo l’invasione russa dell’Ucraina, era stata dello 0,3 per cento.
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“Nel 2025 la recessione potrebbe confermarsi per un terzo anno consecutivo”, ha affermato Jens-Oliver Niklasch della banca Lbbw.
Il pessimismo è motivato soprattutto dalla prospettiva di una guerra commerciale con gli Stati Uniti, il principale mercato delle esportazioni tedesche, dopo l’insediamento di Donald Trump. Inoltre, il paese resterà senza governo per mesi a causa dei lunghi negoziati che seguiranno le elezioni legislative anticipate del 23 febbraio.
“La Germania è ormai stabilmente il fanalino di coda dell’eurozona ed è l’unico grande paese europeo ad aver registrato una riduzione del pil rispetto al 2019, prima della pandemia di covid-19”, ha affermato Ruth Brand, presidente dell’istituto Destatis.
La Germania non registrava due anni consecutivi di recessione dai primi anni 2000, quando il paese, indebolito dai costi della riunificazione, era soprannominato “il malato d’Europa”.
Come in quegli anni, anche oggi le difficoltà sono aggravate da problemi strutturali. L’industria tedesca non si è ancora ripresa dall’aumento dei costi dell’energia dopo l’invasione russa dell’Ucraina e paga una riduzione delle esportazioni in Cina. A questo si aggiungono i costi della decarbonizzazione dell’economia, l’invecchiamento della popolazione, il peso della burocrazia e le infrastrutture fatiscenti.
“L’economia tedesca sta attraversando la crisi più grave del dopoguerra”, aveva dichiarato a dicembre Bert Rürup, presidente dell’istituto di ricerca del quotidiano Handelsblatt. “La pandemia, la crisi energetica e l’inflazione hanno reso i tedeschi più poveri”.
Il 2024 è stato caratterizzato da una lunga serie di annunci di piani di licenziamento nel settore industriale, in difficoltà a causa degli alti costi dell’energia e del calo della domanda.
La casa automobilistica Volkswagen ha annunciato 35mila licenziamenti entro il 2030.