La presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni è stata indagata per il rilascio del generale libico Njeem Osama Almasri Habish, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità dalla Corte penale internazionale (Cpi). Ne ha dato notizia lei stessa in un video diffuso sui social network.
“Il procuratore della repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona, mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino libico Almasri”, ha detto la presidente del consiglio Meloni in un video.
“Avviso di garanzia – prosegue Meloni – che è stato inviato anche ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano, presumo a seguito di una denuncia che è stata presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti, ex politico di sinistra, molto vicino a Romano Prodi, conosciuto per aver difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”.
La Cpi aveva spiccato un mandato di arresto contro Njeem Osama Almasri Habish il 18 gennaio: per questo l’uomo, in Europa dal 6 gennaio, era stato arrestato a Torino il 19 gennaio. La corte di appello, però, non ha convalidato il suo trattenimento, rilevando un vizio di forma nella procedura dell’arresto. Nel frattempo, il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha firmato un decreto di espulsione, seguito da un volo di stato che ha rimpatriato Almasri in Libia, dove è stato accolto da festeggiamenti.
Riferendo al parlamento, Piantedosi ha dichiarato che l’uomo è stato espulso, perché considerato “pericoloso”. Ma le polemiche e le critiche non si sono fermate, anche da parte della Cpi, che accusa l’Italia di non avere rispettato gli obblighi di cooperazione che derivano dallo statuto di Roma. Almasri, che è il leader della milizia Rada, è anche il capo della polizia giudiziaria di Tripoli ed è stato il responsabile della gestione di diversi centri di detenzione e prigioni tra cui il carcere di Mitiga, la zona vicino Tripoli in cui si trova anche l’aeroporto civile della città.
“Nel carcere di Almasri si sono verificati 34 omicidi e un bimbo è stato stuprato”, è scritto nel fascicolo dell’indagine della Cpi. Secondo i giudici, “ha picchiato, torturato, sparato, aggredito sessualmente e ucciso personalmente detenuti, nonché ha ordinato alle guardie di picchiarli e torturarli”.
I crimini di guerra e contro l’umanità sono stati commessi da membri della Rada, una milizia nata nel 2011 per combattere l’esercito di Muammar Gheddafi e che nel 2012 ha costruito un centro di detenzione a Mitiga, diventato la più grande prigione della Libia occidentale, dove sono state incarcerate tra febbraio 2015 e marzo 2024 almeno 5.140 persone.
Meloni ha avanzato dei dubbi sui tempi della richiesta della Corte penale internazionale all’Italia, sottolineando di non “essere ricattabile” e ha dichiarato che non si farà intimidire.