Il 28 gennaio il primo ministro serbo Miloš Vučević si è dimesso dopo tre mesi di proteste antigovernative seguite al crollo del tetto di una stazione ferroviaria a Novi Sad, che ha causato la morte di quindici persone.

Dal 1 novembre, quando si è verificato il crollo, il governo è sottoposto a forti pressioni, con i manifestanti, soprattutto studenti, che accusano le autorità di corruzione e controlli insufficienti.

“Ho deciso di dimettermi per evitare di aggravare le tensioni sociali”, ha affermato Vučević, 50 anni, che era diventato premier nel maggio 2024 dopo aver guidato il ministero della difesa.

Le dimissioni sono arrivate dopo che gli studenti hanno bloccato per ventiquattr’ore un importante snodo stradale della capitale Belgrado.

Vučević è stato sindaco di Novi Sad per dieci anni, dal 2012 al 2022, ed è durante il suo mandato che sono cominciati i lavori di ristrutturazione della stazione, terminati qualche mese prima del crollo.

Anche l’attuale sindaco di Novi Sad, Milan Đurić, si dimetterà nel corso della giornata, ha dichiarato Vučević, leader del Partito nazionalista serbo (Sns, destra nazionalista).

Il 27 gennaio il presidente serbo, Aleksandar Vučić, anche lui esponente dell’Sns, aveva annunciato un “importante rimpasto di governo”.

Accuse d’interferenze straniere

Il governo aveva reagito alle proteste antigovernative degli ultimi mesi alternando inviti al dialogo e accuse d’interferenze straniere.

In questo periodo gli studenti hanno continuato a chiedere la pubblicazione di tutti i documenti relativi alla ristrutturazione della stazione di Novi Sad, realizzata da aziende di Cina, Ungheria e Francia.

Gli studenti chiedono anche l’arresto delle persone sospettate di aver aggredito gli studenti durante le proteste antigovernative, l’abbandono delle accuse contro i manifestanti arrestati e l’aumento del 20 per cento della spesa per l’istruzione superiore.

L’inchiesta sul crollo è ancora in corso, ma sono già state incriminate più di dieci persone, tra cui l’ex ministro dei trasporti Goran Vesić.