Il 28 gennaio un tribunale federale di Washington ha sospeso il blocco di miliardi di dollari di aiuti pubblici, tra cui sussidi e indennità, deciso il giorno prima dal presidente Donald Trump.
Il blocco degli aiuti, che ha causato confusione nella pubblica amministrazione e forte preoccupazione tra i cittadini, sarebbe dovuto entrare in vigore alle 17 del 28 gennaio, ma è stato sospeso fino al 3 febbraio in seguito a un ricorso presentato da alcune ong, mentre ventitré stati di orientamento democratico avevano preannunciato un secondo ricorso.
La sera del 27 gennaio la Casa Bianca aveva chiesto ai dipartimenti e alle agenzie federali di congelare una parte degli aiuti pubblici e di effettuare una revisione generale per garantire che fossero in linea con le “priorità presidenziali”.
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Il 28 gennaio la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha definito il blocco degli aiuti “una misura di buon senso”.
Secondo gli autori del ricorso, bloccare con un ordine esecutivo aiuti pubblici già stanziati e approvati è però illegale.
Il leader della minoranza democratica al senato Chuck Schumer ha definito la decisione di Trump “illegale, pericolosa, distruttiva e crudele”. “È una rapina su scala nazionale”, ha aggiunto.
Intanto, il 28 gennaio l’amministrazione Trump ha offerto ai dipendenti pubblici federali la possibilità di dimettersi in cambio di un indennizzo, nell’ambito di un piano di riduzione della spesa pubblica.
I dipendenti pubblici federali hanno ricevuto una lettera in cui gli veniva offerta la possibilità di dimettersi mantenendo lo stipendio e i benefici sociali fino al 30 settembre.
“Secondo le nostre stime, tra il 5 e il 10 per cento della forza lavoro si dimetterà, con un risparmio di circa cento miliardi di dollari”, ha affermato Elon Musk, capo del social network X, della Tesla e della SpaceX, che guida una nuova commissione per l’efficienza governativa.
Nella lettera l’amministrazione Trump comunica ai dipendenti pubblici federali anche il divieto di smart working, la revoca delle misure a sostegno della diversità nelle assunzioni, una maggiore attenzione alle loro prestazioni e probabili piani futuri di licenziamento.