Il 30 gennaio la soldata israeliana Agam Berger, 20 anni, è stata liberata nel terzo scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi nell’ambito dell’accordo di tregua tra Israele e Hamas.

Berger è arrivata in Israele in mattinata, dopo essere stata consegnata da Hamas alla Croce rossa a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza.

Un’altra israeliana, Arbel Yehud, una civile di 29 anni, e il tedesco-israeliano Gadi Moses, 80 anni, sono stati consegnati alla Croce rossa a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, dalla Jihad islamica, un gruppo armato alleato di Hamas.

Anche cinque tailandesi saranno rilasciati il 30 gennaio, al di fuori dell’accordo di tregua.

Secondo un’ong palestinese, in cambio saranno scarcerati 110 palestinesi detenuti da Israele, 32 dei quali condannati all’ergastolo. Venti dovranno trasferirsi all’estero.

Una folla si è riunita in una piazza di Tel Aviv, in Israele, per festeggiare la liberazione dei tre ostaggi israeliani.

Un quarto scambio tra ostaggi e prigionieri è previsto per il 1 febbraio, con la liberazione di tre uomini, secondo il governo israeliano.

Ma Hamas ha avvertito che i futuri rilasci di ostaggi potrebbero essere a rischio, accusando Israele di ritardare l’ingresso degli aiuti umanitari. Il governo israeliano ha smentito di aver ostacolato l’accesso dei camion con gli aiuti.

Nei primi due scambi, avvenuti il 19 e il 25 gennaio, sette donne israeliane sono state liberate in cambio di 290 palestinesi.

La prima fase della tregua, che durerà sei settimane, prevede il rilascio di trentatré ostaggi israeliani in cambio di circa 1.900 prigionieri palestinesi, ma qualche giorno fa Israele ha affermato che otto di questi ostaggi sono morti.

Prevede anche l’aumento degli aiuti umanitari e il ritiro dell’esercito israeliano dalle aree densamente popolate.

Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato la morte di 47.317 persone. L’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato almeno 1.210 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.