Spiazzati dai colloqui tra Washington e Mosca sulla guerra in Ucraina, una decina di leader di paesi dell’Unione europea e della Nato si sono riuniti il 17 febbraio a Parigi per discutere della sicurezza dell’Europa. Nonostante alcune divergenze sull’invio di forze di pace in Ucraina, hanno esortato gli Stati Uniti a rimanere coinvolti nella sicurezza del continente.

Il vertice di Parigi arriva pochi giorni dopo l’invito rivolto dal presidente statunitense Donald Trump al suo collega russo Vladimir Putin a negoziare direttamente la fine della guerra nel corso di un incontro bilaterale in Arabia Saudita, che non è ancora stato fissato.

Il 18 febbraio sono però cominciati in Arabia Saudita i colloqui tra una delegazione statunitense e una russa, guidate rispettivamente dal segretario di stato Marco Rubio e dal ministro degli esteri Sergej Lavrov, per preparare l’incontro tra Trump e Putin, e per discutere di come mettere fine alla guerra in Ucraina.

Al momento non è prevista una partecipazione ai negoziati dell’Ucraina e dei suoi alleati europei.

Al vertice di Parigi hanno partecipato il presidente francese Emmanuel Macron e i capi di governo di Germania, Regno Unito, Italia, Polonia, Spagna, Paesi Bassi e Danimarca, nonché il presidente del Consiglio europeo, la presidente della Commissione europea e il segretario generale della Nato.

Al termine del vertice, Macron ha affermato sul social network X che “una pace solida e duratura in Ucraina dev’essere accompagnata da garanzie di sicurezza forti e credibili”. Macron ha aggiunto di averne discusso con Trump e con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj.

Zelenskyj ha poi confermato di aver avuto una lunga conversazione telefonica con Macron e ha sottolineato che “una fragile tregua sarebbe solo un inganno da parte della Russia e un preludio a una nuova guerra d’aggressione contro l’Ucraina o altri paesi europei”.

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha dichiarato che tutti i leader presenti hanno preso atto di “una nuova fase nelle relazioni transatlantiche”.

“Non saremo in grado di aiutare efficacemente l’Ucraina se non adotteremo immediatamente misure concrete per rafforzare le nostre capacità di difesa”, ha aggiunto.

Al termine del vertice, il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è espresso a favore di un aumento della spesa militare in Germania, anche in deroga alle rigide regole di bilancio del paese.

“Una minaccia per tutta l’Europa”

Al di là di un’intesa generica sulla necessità di aumentare la spesa militare in Europa, i leader presenti si sono scontrati pubblicamente su altri temi, tra cui l’ipotesi d’inviare dei militari in Ucraina per garantire un’eventuale tregua.

Il primo ministro britannico Keir Starmer, che la prossima settimana incontrerà Trump a Washington, si è detto disponibile a inviare dei militari in Ucraina.

“Ma il sostegno degli Stati Uniti è fondamentale, perché solo una garanzia di sicurezza di Washington potrà dissuadere la Russia dall’attaccare nuovamente l’Ucraina”, ha avvertito.

Scholz ha invece affermato che discutere dell’invio di soldati europei è “inappropriato e prematuro”. Tusk, uno stretto alleato di Kiev, ha escluso l’invio di militari polacchi.

“La Russia costituisce ormai una minaccia per tutta l’Europa”, ha sottolineato la premier danese Mette Frederiksen.