Il 5 marzo il presidente statunitense Donald Trump ha lanciato un “ultimo avvertimento” ad Hamas, invitandolo a liberare tutti gli ostaggi per evitare la morte degli abitanti di Gaza, mentre Washington ha confermato contatti diretti con il gruppo palestinese.

“Al popolo di Gaza: un bel futuro vi attende, ma non se tenete gli ostaggi. Se lo fate, siete MORTI! Prendete una BUONA decisione”, ha minacciato Trump sul suo social network Truth Social.

Il presidente statunitense ha affermato che darà a Israele “tutto ciò di cui ha bisogno per finire il lavoro a Gaza”, nonostante la fragile tregua in vigore dal 19 gennaio.

“Lasciate Gaza ora, finché siete in tempo”, ha aggiunto, rivolgendosi direttamente ai miliziani di Hamas.

Poco dopo il segretario di stato statunitense Marco Rubio ha assicurato che Trump non stava scherzando.

“Non dice cose che non pensa di fare davvero, come stanno constatando persone in tutto il mondo. Se dice che farà qualcosa, la farà. Consiglio quindi ad Hamas di prenderlo sul serio”, ha dichiarato su Fox News.

Le minacce di Trump, che il 5 marzo ha incontrato otto ostaggi liberati da Gaza, arrivano nel giorno in cui gli Stati Uniti e Hamas hanno confermato di aver avuto contatti diretti.

Questi contatti derogano a una politica di lunga data in base alla quale gli Stati Uniti non discutono direttamente con gruppi che considerano terroristici, come Hamas, dal 1997.

La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha confermato che l’inviato speciale degli Stati Uniti per gli ostaggi, Adam Boehler, “è impegnato in questi colloqui e ha l’autorità di parlare con chiunque”.

Leavitt non ha fornito ulteriori dettagli, sottolineando che “ci sono vite statunitensi in gioco”, ma ha riferito che Israele è stato “informato”, come ha poi confermato l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Un funzionario di Hamas ha dichiarato all’Afp che “due incontri diretti tra Hamas e funzionari statunitensi si sono svolti negli ultimi giorni a Doha”, in Qatar.

Cinque ostaggi statunitensi si trovano ancora a Gaza, ma quattro sono morti, secondo un conteggio dell’Afp.

La tregua nella Striscia di Gaza è attualmente a forte rischio a causa di gravi divergenze tra Israele e Hamas su come proseguirla dopo la prima fase.

Il 2 marzo Israele ha sospeso l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza, una decisione contestata dalle Nazioni Unite e da una parte della comunità internazionale.