Il 21 marzo l’esercito sudanese ha annunciato di aver riconquistato il palazzo presidenziale, nella capitale Khartoum, dopo aspri combattimenti con i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf).

“Le nostre forze hanno sbaragliato il nemico e sequestrato grandi quantità di attrezzature e armi”, ha dichiarato alla tv di stato il portavoce dell’esercito Nabil Abdallah.

“Continueremo ad avanzare su tutti i fronti fino a quando la vittoria non sarà completa, con l’intero paese libero dalle milizie e dai loro sostenitori”, ha aggiunto, riferendosi alle Rsf.

Sui social network sono circolati dei video che mostrano soldati in festa all’interno dell’edificio.

Le Rsf hanno però affermato che “la battaglia per il palazzo presidenziale non è finita”, aggiungendo che decine di persone sono morte nei combattimenti.

Qualche ora dopo l’annuncio dell’esercito, i paramilitari hanno lanciato un attacco con droni contro il palazzo presidenziale. Secondo una fonte militare, che ha chiesto di rimanere anonima, tre giornalisti della tv di stato sono rimasti uccisi.

Le Rsf avevano assunto il controllo del palazzo presidenziale nell’aprile 2023, all’inizio della guerra civile.

Negli ultimi mesi i combattimenti hanno raggiunto il centro di Khartoum, dove si trovano il palazzo presidenziale, i ministeri e il quartiere degli affari.

Di recente l’esercito ha riconquistato la parte nord della capitale (Bahri), che si trova sulla sponda opposta del Nilo Azzurro rispetto al centro della città.

I paramilitari mantengono però alcune posizioni sia a Khartoum sia nella città gemella di Omdurman, che si trova sulla sponda ovest del Nilo Bianco.

Per quanto riguarda il resto del paese, nelle ultime settimane si sono intensificati i combattimenti ad Al Fashir, capoluogo dello stato del Darfur Settentrionale, assediato dalle Rsf dal maggio 2024.

La guerra civile in Sudan tra l’esercito, guidato dal capo della giunta militare Abdel Fattah al Burhan, e le Rsf, guidate da Mohamed Hamdan Dagalo, ha causato decine di migliaia di morti e più di dodici milioni di sfollati. La crisi umanitaria in corso è una delle più gravi della storia recente.

Sia l’esercito sia le Rsf sono accusate di crimini di guerra per aver deliberatamente preso di mira i civili e bloccato gli aiuti umanitari.