Il presidente Félix Tshisekedi è stato contestato il 7 aprile dagli sfollati dopo le alluvioni che negli ultimi giorni hanno causato almeno trentatré morti a Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo (Rdc).
Nella notte tra il 4 e il 5 aprile Kinshasa e la vicina provincia del Congo Centrale sono state colpite da piogge torrenziali.
Nella capitale, che ha circa diciassette milioni di abitanti, l’acqua ha rapidamente invaso le strade di vari quartieri di periferia, sommergendo case e automobili.
Circa cinquemila famiglie sono state colpite dalle alluvioni, ha affermato il 7 aprile il ministro della salute Samuel-Roger Kamba, aggiungendo che l’esercito ha aiutato gli sfollati a raggiungere i centri d’accoglienza.
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Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
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“Non hai fatto molto per aiutare il tuo popolo”, ha dichiarato uno degli sfollati, rivolgendosi direttamente a Tshisekedi, in visita con la moglie allo stadio Tata-Raphaël, trasformato in centro d’accoglienza.
Tshisekedi ha cercato di rispondere alle contestazioni di una folla che gli chiedeva conto dei ritardi nei lavori alle strade e ai canali di scolo.
Le piogge torrenziali causano spesso vittime a Kinshasa, una città priva di infrastrutture adeguate.
Le baracche e le strade non asfaltate sono particolarmente vulnerabili alle intemperie nei quartieri di periferia, poveri e densamente popolati.
“Mantenetevi in salute e che il Signore vi protegga”, ha affermato Tshisekedi prima di lasciare lo stadio, protetto dalla guardia repubblicana.
Urbanizzazione senza regole
Secondo un bilancio fornito la sera del 6 aprile dal ministero dell’interno, le alluvioni hanno causato trentatré morti, mentre circa cinquanta persone sono state ricoverate in ospedale.
Gulain Amani, dell’Istituto di architettura e urbanistica di Kinshasa, ha attribuito il disastro a un’urbanizzazione senza regole e alla crisi climatica, che ha aumentato l’intensità delle piogge.