Il 7 aprile il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato a sorpresa, durante una visita a Washington del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, l’avvio di negoziati diretti tra Stati Uniti e Iran sul programma nucleare iraniano.

“Abbiamo avviato dei negoziati diretti con l’Iran, e sabato ci sarà una riunione molto importante”, ha dichiarato alla stampa.

Trump ha aggiunto che la riunione del 12 aprile sarà “di altissimo livello, quasi del massimo livello”.

Il 6 aprile l’Iran aveva smentito la possibilità di negoziati diretti con Washington.

L’8 aprile, dopo l’annuncio di Trump, l’agenzia di stampa iraniana Tasnim ha affermato che il 12 aprile il ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi dovrebbe partecipare a dei “colloqui indiretti” in Oman con Steve Witkoff, l’inviato statunitense per il Medio Oriente.

“È un’opportunità e una sfida, ma la palla è nel campo degli Stati Uniti”, aveva dichiarato in precedenza Araghchi sul social network X, annunciando “discussioni indirette di alto livello”.

Stati Uniti e Iran non hanno relazioni diplomatiche dal 1980, dopo la crisi degli ostaggi all’ambasciata statunitense di Teheran, sulla scia della rivoluzione islamica del 1979.

Si limitano a contatti indiretti attraverso l’ambasciata svizzera a Teheran.

“Stiamo trattando direttamente con loro e forse arriveremo a un accordo”, ha affermato Trump il 7 aprile.

Nel 2018, durante il primo mandato di Trump, gli Stati Uniti si erano ritirati unilateralmente dall’accordo internazionale sul programma nucleare iraniano, firmato tre anni prima all’epoca della presidenza di Barack Obama, che offriva all’Iran un alleggerimento delle sanzioni in cambio di limitazioni alle sue ambizioni nucleari.

L’accordo era stato firmato anche da Russia, Cina, Francia, Germania e Regno Unito.

In un gesto di ritorsione dopo il ritiro degli Stati Uniti, Teheran aveva rinnegato i suoi impegni e rilanciato il suo programma nucleare.

I paesi occidentali sospettano da anni che Teheran voglia dotarsi delle armi nucleari. L’Iran sostiene invece che il suo programma nucleare non abbia scopi militari ma civili, in particolare nel settore dell’energia.

Il 7 aprile Trump ha dichiarato che un eventuale nuovo accordo “sarebbe diverso e più solido di quello del 2015”, sottolineando che l’Iran “sarebbe in grande pericolo” in caso d’insuccesso dei negoziati.