Il bilancio del crollo del tetto di una discoteca a Santo Domingo, la capitale della Repubblica Dominicana, è salito ad almeno 113 morti, tra cui la star del merengue Rubby Pérez, che al momento dell’incidente si stava esibendo sul palco.
Più di ventiquattr’ore dopo l’incidente, avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 ottobre, centinaia di soccorritori sono ancora al lavoro tra le macerie della discoteca Jet Set.
Secondo i mezzi d’informazione locali, tra le cinquecento e le mille persone si trovavano nella discoteca al momento del crollo. Le autorità non hanno fornito informazioni sul numero dei dispersi.
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“I morti sono almeno 113, ma il bilancio è ancora provvisorio”, ha affermato Juan Manuel Méndez, direttore del centro per la gestione delle emergenze, senza dare informazioni sulla nazionalità delle vittime.
Méndez ha dichiarato che i soccorritori continueranno a scavare tra le macerie finché ci saranno persone disperse, e ha invitato la popolazione a effettuare donazioni di sangue per aiutare le più di 150 persone ferite.
Centinaia di persone hanno raggiunto l’obitorio, gli ospedali o la discoteca stessa in cerca di notizie dei loro cari.
Un video diffuso sui social network mostra il tetto crollare durante l’esibizione di Rubby Pérez, che aveva 69 anni.
La discoteca Jet Set organizza concerti tutti i lunedì, e quello della star del merengue aveva attirato un gran numero di spettatori.
Tra le vittime ci sono anche Nelsy Cruz, governatrice della provincia di Montecristi (nordovest), e gli ex campioni di baseball Tony Blanco e Octavio Dotel.
Si tratta di una delle peggiori catastrofi nella storia recente della Repubblica Dominicana. Nel 2005 un incendio in una prigione a Higüey aveva causato la morte di 136 detenuti.