“I paesi con maggior scolarizzazione sono quelli da cui si parte di meno”, spiega nel video Djaba Baradji, una commerciante della regione di Kayes, in Mali, al confine con il Senegal. Se fosse possibile accedere a percorsi d’istruzione o se ci fossero vie legali per arrivare in Europa attraverso i visti di studio, molti maliani non lascerebbero il loro paese di origine affidandosi a trafficanti senza scrupoli.
La regione di Kayes è una delle zone più depresse del paese, in cui i tassi di emigrazione dei giovani sono superiori alla media, per via della disoccupazione e di un’agricoltura di sussistenza fortemente compromessa dai cambiamenti climatici e dallo sfruttamento intensivo delle risorse naturali. Per molti intraprendere un viaggio verso l’Europa è l’unica possibilità per immaginare una vita migliore.
Anche se c’è una consapevolezza diffusa dei rischi a cui vanno incontro attraversando le frontiere illegalmente, i ragazzi e le ragazze del Mali non smettono di partire: “Solo quando gli sarà riconosciuta la libertà di viaggiare tutto questo finirà”, aggiunge Baradji.
Il video di Andrea de Georgio e Michele Cattani è il primo episodio della serie sulle frontiere Storie InterRotte, realizzata in Mali e al confine tra Italia e Francia.
Storie InterRotte fa parte del progetto “Check point: storie di frontiere tra Europa e Sahel”, promosso da Rainbow 4 Africa-Onlus e Cooperativa Orso, in collaborazione con Engim Piemonte. Il progetto è finanziato attraverso il Consorzio delle ong Piemontesi da Frame, Voice, Report! con il contributo dell’Unione europea. Media partner: Border radio, Radio Beckwith.
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