Il 12 marzo a Istanbul decine di migliaia di persone hanno partecipato al funerale di Berkin Elvan, un quindicenne che era rimasto in coma 269 giorni dopo essere stato ferito alla testa nel giugno del 2013 da una cartuccia di gas lacrimogeno lanciata dalla polizia durante una manifestazione contro il governo.

La polizia ha usato idranti e gas lacrimogeni per impedire alla folla di entrare in piazza Taksim, centro delle proteste della primavera scorsa. Una persona è rimasta uccisa negli scontri e un’altra è morta per un attacco cardiaco. Ad Ankara migliaia di persone hanno manifestato contro Erdoğan e sono state disperse dalla polizia. Il giorno precedente c’erano state proteste in molte città turche quando si era diffusa la notizia della morte del ragazzo, che è diventato l’ottava vittima degli scontri di piazza Taksim. Molte persone hanno appeso dei sacchetti di pane alle loro porte per esprimere solidarietà alla famiglia di Elvan, che era uscito per comprare del pane quando è stato ferito.

Elvan era diventato un simbolo delle proteste contro il premier Recep Tayyip Erdoğan, innescate a maggio dal progetto di ristrutturare il parco Gezi nel centro di Istanbul per farne un centro commerciale. La violenta repressione da parte della polizia aveva alimentato le manifestazioni contro il governo del partito islamico moderato Akp, accusato di corruzione e autoritarismo e di non rispettare la laicità e la democrazia.

Le foto sono del 12 marzo.

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