Richard Gordon (1945 - 2012) aveva incontrato Robert Frank all’inizio della sua carriera. Frank criticò il suo lavoro e gli disse che forse amava troppo la fotografia. Ma Gordon continuò a fotografare, e ha raccontato l’America per oltre quarant’anni. Già nelle sue prime immagini c’erano riferimenti ai grandi maestri della fotografia, da Walker Evans a Eugène Atget.

Il suo sguardo era spesso ironico e si soffermava su elementi surreali colti nella quotidianità. Nel suo lavoro si è interrogato sul ruolo della fotografia e la relazione che essa ha con la realtà, sfidando spesso i concetti di verità e rappresentazione, come si vede soprattutto nel libro Meta photographs del 1978.

Gordon aveva fondato anche una casa editrice, la Chimaera press, con cui pubblicò anche American surveillance: someone to watch over me, del 2009, in cui, con il suo discreto umorismo, si interrogò sulla differenza tra osservazione e sorveglianza.

La Gitterman gallery di New York ospita una mostra dedicata a Gordon, con immagini scattate negli anni settanta a New York e nella West Coast. L’esposizione durerà fino al 1 aprile 2017.

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