“Mi sono avvicinato al fotogiornalismo nella metà degli anni novanta. Erano gli anni del genocidio in Ruanda e i miei fotografi di riferimento, tra cui James Nachtwey e Gilles Peress, stavano raccontando gli effetti di quel conflitto”, racconta Marco Gualazzini.
Il fotoreporter italiano è andato per la prima volta in Africa nel 2009, prima nella Repubblica Democratica del Congo e poi in Etiopia. Successivamente è stato in Somalia, e ancora in Mali, Nigeria e Sud Sudan. Per più di dieci anni, Gualazzini ha documentato guerre, migrazioni e carestie. Nel nuovo reportage, realizzato nel 2018, ha raccontato la crisi umanitaria lungo il bacino del lago Ciad dovuta alla desertificazione.
Il suo lavoro è stato raccolto nel libro Resilient (Contrasto), dedicato ai reportage che Gualazzini ha scattato tra il 2009 e il 2018. Alcune delle foto del volume sono esposte alla galleria Forma Meravigli di Milano, fino al 24 marzo, nella mostra curata da Alessandra Mauro.
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