Ogni due anni la fondazione Mast di Bologna, attraverso il Mast photography grant on industry and work, offre a cinque giovani fotografi l’opportunità di documentare il mondo dell’industria e del lavoro, e di confrontarsi con le invenzioni e l’universo della produzione.
“Lo sguardo innovativo di questi artisti e artiste spesso ci costringe a scontrarci con incongruenze, fratture, fenomeni e forse perfino abissi, che finora avevamo trascurato o cercato di non vedere”, dice il curatore della mostra Urs Stahel nel presentare i lavori dei cinque autori selezionati quest’anno.
La vincitrice del concorso è la fotografa messicana Alinka Echeverría, che nel progetto Apparent femininity ha celebrato la storie di tre donne, pioniere nel campo dell’industria cinematografica e dell’informatica. Gli altri finalisti sono Chloe Dewe Mathews che ha realizzato un’installazione video e fotografica dal titolo For a few euros more (Per qualche euro in più) ambientata nel cosiddetto mar de plástico (mare di plastica), una distesa di duecento chilometri quadrati nel sud della Spagna, dove si produce la metà della frutta e verdura che arriva negli scaffali dei supermercati di tutta Europa.
Maxime Guyon nella serie Aircraft si è concentrato sugli aspetti tecnologici e le alte prestazioni degli aerei, mentre Aapo Huhta ha esplorato il mondo dell’intelligenza artificiale, sollevando dubbi etici sull’uso di alcuni software e algoritmi. Infine, Pablo López Luz ha fotografato le vetrine dei negozi di abbigliamento in America Latina per riflettere sulle trasformazioni sociali e culturali.
Insieme alla mostra legata al concorso, negli spazi del Mast è possibile visitare anche l’esposizione Inventions, curata da Luce Lebart, con la collaborazione di Urs Stahel, che presenta un’ampia selezione di immagini scattate tra le due guerre mondiali dove è forte l’unione tra tecnologia e arte.
Entrambe le mostre dureranno fino al 3 gennaio 2021.
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