Durante la pandemia l’industria musicale ha dovuto cercare nuovi modi per fare soldi. Ed è per questo che molte etichette e musicisti hanno cominciato a usare Twitch, una piattaforma di live streaming di proprietà di Amazon che esiste da dieci anni ma fino a poco tempo fa era usata quasi solo dagli appassionati di videogiochi. Perché Twitch? Perché, come ha spiegato il New York Times, è un strumento buono per far interagire gli artisti con i loro fan e monetizzare questa interazione in modo efficiente: la piattaforma ha un modello economico basato sulle donazioni, che permette anche ai musicisti di nicchia di guadagnare qualche soldo. E attira in media trenta milioni di utenti al mese. Il potenziale di Twitch è stato evidenziato in un recente studio di Will Page, un ex dirigente di Spotify, che ha confrontato i guadagni dei musicisti su Twitch con i servizi di streaming come Spotify e Apple Music. I numeri sono sorprendenti. Secondo il rapporto di Page, Laura Shigihara, una compositrice di musica per videogiochi, nel 2020 ha guadagnato in media circa 700 dollari al mese (586 euro) dallo streaming ma 8.000 dollari (circa 6.700 euro) al mese su Twitch, dove canta e suona il piano nella sua stanza. Nel 2019 e nel 2020, la band Trivium ha raccolto una media di 11mila dollari al mese (9.200 euro) dallo streaming, mentre il suo canale Twitch ha generato quasi gli stessi soldi da un pubblico che era circa un decimo.
Ben Sisario,
The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1415 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati