“Ogni novità è pericolosa, ogni singolarità è sospetta”: questo slogan, citato in Immodest acts, il libro della storica statunitense Judith C. Brown che ha ispirato il film di Paul Verhoeven, apre il rapporto degli inviati del nunzio fiorentino al convento di Pescia, nella Toscana della Controriforma. Nel convento, suor Benedetta Carlini darà del filo da torcere agli inquisitori, sputando sublime e grottesco in faccia ai suoi aguzzini. Le novità pericolose e le singolarità sospette sono da sempre terreno di esplorazione del cinema di Verhoeven, “l’olandese violento”, che con Benedetta ha colpito ancora. Il suo film è barocco, formalmente e storicamente, sulla linea della Controriforma da cui prende in prestito l’onnipresente doppio movimento. E forse vuole suggerire che viviamo in un mondo barocco in molti aspetti. Perfetta in questo senso l’interpretazione di Virginie Efira che fornisce ogni sfumatura del personaggio senza fornirne nessuna. Luc Chessel, Libération

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Questo articolo è uscito sul numero 1418 di Internazionale, a pagina 116. Compra questo numero | Abbonati