Nella polvere è la storia di una coppia londinese che va, piuttosto controvoglia, a una grande festa di tre giorni nel deserto in Marocco, organizzata ogni anno da Dally e Richard, una coppia gay, nella loro sontuosa tenuta. Mentre guidano nella notte, David e Jo litigano. David ha bevuto e quando due ragazzi si affacciano sulla strada, probabilmente con l’intenzione di rubare, David ne investe uno e lo uccide. L’altro si dà alla fuga. Caricano il corpo in macchina e ripartono verso la festa. L’arrivo di un cadavere nel bagagliaio di un’auto getta in subbuglio la servitù e i padroni di casa. La festa va avanti, ma la notizia si diffonde. I padroni di casa prendono in mano la situazione e chiamano la polizia, che è conciliante. I parenti del ragazzo morto lo sono molto meno. Osborne dispiega il suo talento nel creare uno scenario febbrile e spaventoso: banchetti, cocaina, gente che nuota nuda. Questa decadenza suscita la reazione dei marocchini, che invidiano e disprezzano gli occidentali. Ma lo scontro di valori è un tema minore nel libro. Al centro di questa storia macabra ci sono Jo e David. David è un medico dell’alta società di Chelsea che ha perso di recente una causa per negligenza; sta anche perdendo i suoi pazienti, forse perché è alcolizzato. Jo lo ammira sotto molti aspetti, ma comincia a detestarlo perché sta diventando sempre più testardo e pericoloso. La famiglia del morto gli chiede di andare in un remoto avamposto ai margini del Sahara per assistere alla sepoltura e fare espiazione. Richard e Dally sono ansiosi di riprendere la festa. Jo vuole andare con lui, ma David non lo permette. Nel corso di una lunga notte alcolica scoprirà che la sua vita è cambiata. Justin Cartwright, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1419 di Internazionale, a pagina 85. Compra questo numero | Abbonati