Tre piani

Nanni Moretti torna a Cannes con una soap opera corale, godibile e ben strutturata, su quattro famiglie che vivono nello stesso condominio. Il film è un adattamento del popolare romanzo dell’israeliano Eshkol Nevo, Tre piani (Neri Pozza 2017), trapiantato da Tel Aviv a Roma. C’è un elemento di emolliente sentimentalismo, specialmente nel modo in cui le trame sono legate, ma anche una buona dose di gusto narrativo e d’ingegnosità. E ci sono echi (forse deliberatamente costruiti) della Stanza del figlio, film con cui Moretti vinse la Palma d’oro nel 2001. In qualche modo Tre piani non è troppo diverso da certi drammi di Woody Allen, realizzati con forza e convinzione ma senza andare troppo in profondità. Peter Bradshaw, The Guardian

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1428 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati