Quando nel 2018 il rapper di Chicago Saba ha pubblicato il suo album Care for me, il suo mondo era avvolto dall’oscurità. L’accoltellamento di suo cugino Walter Long Jr., il fondatore dell’etichetta Pivot Gang, ha gettato un’ombra sui temi del disco, focalizzato sulla solitudine e il lutto e arrangiato con pianoforti barocchi e malinconici. Il suo nuovo album, intitolato Few good things, cambia decisamente registro. La produzione, curata da daedaePIVOT e Daoud, fa suo un vertiginoso mix di stili di produzione tra neosoul, funk e vari sottogeneri dell’hip hop. Saba fornisce uno sguardo completo sulle sue esperienze di vita. Dà spazio sia ai festeggiamenti sia ai lutti dolorosi, descrivendo la dualità della condizione umana con misurato equilibrio. Le sue rime sono potenti e commoventi in ogni brano. Per esempio in 2o12, una lettera a se stesso da giovane, o nell’introspettiva Make believe. Few good things mette in mostra un narratore arrivato al culmine della sua ispirazione.
Matthew Ritchie,
HipHopDx
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Questo articolo è uscito sul numero 1449 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati