Alexandre (Ben Attal) ha violentato Mila (Suzanne Jouannette), la figlia della nuova fiamma di sua madre? La ragazza lo accusa, lui nega. Alexandre è uno studente arrogante, figlio tormentato di una saggista femminista (Charlotte Gainsbourg, più interessante come madre distrutta che come pasionaria universalista) e di un giornalista televisivo (Pierre Arditi) famoso e ripugnante. Il ragazzo è convinto che il mondo gli appartenga. La sua presunta vittima viene da un ambiente più umile e rigido: sta cercando di alleggerire il senso di colpa che prova per aver ceduto? Vuole vendicare un’umiliazione? Avrebbe potuto dire di no? Costruito in tre parti (lui, lei, il processo) L’accusa coltiva il mistero intorno alla violenza più di quanto non faccia il libro di Karine Tuil da cui è tratto. E più che interrogarsi sulla questione sociale intorno ai fatti, mette lo spettatore nei panni neutrali di un giurato. Un meccanismo rischioso, a tratti interessante, a tratti spiazzante.
Marie Sauvion, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1449 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati