Banchi alimentari presi d’assalto in Germania, rivendicazioni salariali che si moltiplicano in Spagna, stretta creditizia in Polonia. L’Unione europea è finita nella morsa dell’inflazione, che a maggio ha raggiunto l’8,8 per cento, con un picco record del 20 per cento nei paesi baltici. Ovunque i governi prendono provvedimenti d’emergenza per contrastare le conseguenze economiche e sociali dell’impennata dei prezzi: circa 25 miliardi di euro sono stati già spesi dalla Francia, trenta miliardi dalla Germania, sedici dalla Spagna. E siamo solo all’inizio. In Spagna e Norvegia le misure saranno prorogate. Il governo francese ha annunciato per l’inizio di luglio un “pacchetto di misure per sostenere il potere d’acquisto”. Già nel dicembre 2021 Parigi aveva congelato i prezzi del gas e stabilito un tetto del 4 per cento per l’aumento della bolletta dell’energia elettrica. Questi provvedimenti saranno prolungati fino alla fine del 2022. Per il resto, le iniziative prese dalle diverse capitali europee spesso sono simili.
Italia Il governo ha stanziato tre miliardi di euro in modo da rinviare per un altro trimestre un aumento della bolletta energetica per gli italiani. Il 22 giugno Roma ha annunciato che il costoso sistema del “caro bollette”, istituito nell’inverno del 2021, sarà prolungato fino all’autunno. L’obiettivo è contenere il rialzo del prezzo dell’energia per le famiglie ed evitare che le piccole imprese siano costrette a far pagare di più i prodotti. A questa misura si affianca la riduzione delle imposte sul carburante (trenta centesimi al litro), che era in scadenza l’8 luglio ed è stata prolungata fino al 2 agosto.
Il costo dell’energia, tuttavia, non smette di aumentare e l’inflazione vola (a maggio in Italia era al 6,9 per cento). Il governo riflette anche sui possibili danni ai risparmiatori. Per questo il ministero dell’economia e delle finanze ha deciso che il tasso della prossima emissione di titoli di stato italiani (quelli con scadenza a otto anni) sarà legato all’inflazione, con il duplice effetto di offrire ai risparmiatori rendimenti molto vantaggiosi (1,6 per cento in più rispetto all’inflazione) e di ampliare il numero di italiani in possesso del debito pubblico.
Spagna I primi aiuti contro l’inflazione, che si sarebbero dovuti concludere il 30 giugno, non sono bastati. Madrid li ha prorogati di altri tre mesi. Il piano di aiuti da 16 miliardi di euro ha permesso di aumentare i sussidi sociali e di abbassare le tasse sulla bolletta dell’energia elettrica, ma anche di offrire un rimborso di 20 centesimi al litro per il prezzo del carburante al distributore. L’obiettivo è contrastare un’inflazione che a maggio nel paese è arrivata all’8,7 per cento. Il 25 giugno il consiglio dei ministri ha prorogato questi sussidi e ha adottato nuove misure, adatte a “un nuovo scenario con un’inflazione più alta e prolungata nel tempo”, come ha ammesso la ministra dell’economia Nadia Calviño. Il capo del governo, il socialista Pedro Sánchez, ha confermato che l’iva sull’energia elettrica passerà dal 10 al 5 per cento.
Quest’emergenza ha fatto aumentare la domanda di sussidi per i banchi alimentari. A Madrid sono ormai 187mila le persone prese in carico, cioè il 44 per cento in più rispetto a dicembre. E anche i lavoratori si mobilitano. In Cantabria, nel nord della Spagna, gli operai del settore metallurgico hanno appena concluso nove giorni di sciopero dopo aver ottenuto un aumento retroattivo del 3,5 per cento sui salari del 2021, uno del 4,5 per cento per il 2022 e uno del 3 per cento per il 2023 e il 2024. Sono sul piede di guerra anche i lavoratori agricoli dell’Estremadura, gli insegnanti in Catalogna, i pescatori della Galizia, i camionisti e il personale delle compagnie aeree EasyJet e Ryanair.
Germania A maggio l’inflazione ha toccato il 7,9 per cento, il livello più alto dal 1974. I banchi alimentari sono al limite e devono soddisfare anche le richieste dei profughi ucraini. Negli ultimi quattro mesi il governo ha votato tre pacchetti di aiuti per le famiglie, per un totale di trenta miliardi di euro. Tra i provvedimenti più importanti ci sono il taglio delle imposte sulle energie rinnovabili nella bolletta elettrica, un assegno energetico di 300 euro per tutti i contribuenti, versamenti una tantum di 100 e 200 euro per i disoccupati e i beneficiari dei sussidi sociali, un aiuto di 100 euro a bambino per le famiglie e un buono per i mezzi di trasporto pubblici di 9 euro al mese, valido in tutto il paese.
La Svezia ha stanziato sei miliardi di corone per aiutare 1,8 milioni di famiglie
Le misure più discusse riguardano il carburante. Dal 1 giugno l’abbassamento delle accise sulla benzina e il diesel avrebbe dovuto far diminuire il prezzo di un pieno per tutti gli automobilisti. L’effetto, però, si è perso quasi del tutto pochi giorni dopo l’entrata in vigore del provvedimento a causa di ulteriori rincari, provocando un’ondata di delusione. Il governo, convinto che sia tutta colpa dei gruppi petroliferi e della speculazione, ha lanciato l’idea di un’imposta sugli extraprofitti dei gruppi energetici per il periodo di crisi, senza però trovare consensi nel mondo dell’economia, almeno per il momento.
Intanto i sindacati rafforzano le loro rivendicazioni. Il 20 giugno la Ig Metall, la più grande organizzazione sindacale tedesca, in vista dei negoziati che cominceranno in autunno ha chiesto un aumento tra il 7 e l’8 per cento per i 3,8 milioni di operai del settore metallurgico e dell’elettronica. Un aumento record che, nell’ipotesi improbabile che dovesse essere raggiunto, compenserebbe a malapena l’inflazione e porterebbe a rivendicazioni simili in altri settori.
Europa centrale A febbraio, pochi giorni prima dello scoppio della guerra in Ucraina, Daria Rudzka ha contratto un mutuo a tasso variabile per comprare una casa nella periferia di Wrocław, nel sudovest della Polonia, che contava di affittare ai lavoratori ucraini. Quattro mesi dopo non ha ancora trovato degli inquilini e le sue rate mensili, che dovevano essere di 3.100 złoty (663 euro), sono salite a cinquemila złoty (1.069 euro). Nel paese la maggioranza dei mutui è a tasso variabile, cioè legata al costo del denaro stabilito dalla banca centrale, che in un anno è passato dallo 0,1 al 6 per cento. “Avevo creduto al governatore della banca centrale, secondo il quale l’inflazione non era una minaccia e non avrebbe avuto quasi alcun impatto sulle rate mensili”, ricorda Daria. A maggio però l’inflazione è arrivata al 13,9 per cento.
Lo shock dei tassi d’interesse riecheggia ovunque nell’Europa centrale. Da Praga a Varsavia, ogni governo prende provvedimenti contro il carovita. Nella Repubblica Ceca l’importo dei sussidi sociali è stato aumentato del 10 per cento. La Polonia ha previsto uno stanziamento annuo speciale per i più bisognosi e ha ridotto l’iva sui consumi domestici di energia elettrica, gas e carburante. È stata inoltre temporaneamente abolita l’iva sulla maggior parte dei prodotti alimentari. In Ungheria all’inizio di febbraio il governo ha fissato il prezzo di sei prodotti alimentari (tra cui lo zucchero bianco e la farina) al livello di metà ottobre del 2021. È stato poi congelato il prezzo al litro della benzina, che da novembre 2021 non può andare oltre i 480 fiorini (1,2 euro).
Scandinavia Aringhe marinate, patate, formaggio, fragole, caffè: il prezzo del pasto della festa di mezza estate, celebrata il 24 giugno nell’Europa del nord, è arrivato alle stelle. A maggio in Svezia, Finlandia e Danimarca l’inflazione ha superato il 7 per cento; in Norvegia è arrivata al 5,7 per cento. Livelli mai visti negli ultimi trent’anni. Gli aumenti principali sono quelli dei prezzi della benzina e dell’energia elettrica.
Da gennaio la Norvegia ha introdotto un sistema di aiuti studiato per alleggerire i costi delle famiglie e degli studenti. Il provvedimento combina un tetto alle tariffe dell’energia elettrica con un contributo per gli affitti. Dovrebbe avere un costo complessivo di 25 miliardi di corone (2,4 miliardi di euro) nel 2022. Il governo però ha già deciso di prolungarlo fino ai primi mesi del 2023.
La Svezia ha invece stanziato sei miliardi di corone (562 milioni di euro) per aiutare 1,8 milioni di famiglie che nell’inverno del 2021 hanno visto aumentare la bolletta dell’energia elettrica. A Stoccolma il governo socialdemocratico, incalzato dall’opposizione di destra, ha inoltre ridotto di 1,5 corone al litro (14 centesimi di euro) l’accisa sulla benzina. La misura resterà in vigore fino al 30 settembre.
Intanto le banche centrali di tutti i paesi scandinavi hanno aumentato il costo del denaro. L’effetto più immediato è stato un abbassamento dei prezzi degli immobili, ancora modesto, ma che secondo gli analisti sarà destinato ad accentuarsi nei prossimi mesi, soprattutto in Svezia e in Danimarca. ◆ gim
Gli autori di questo articolo sono Eric Albert, Hélène Bienvenu, Cécile Boutelet, Jérôme Gautheret, Anne-Françoise Hivert, Béatrice Madeline e Sandrine Morel.
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Questo articolo è uscito sul numero 1467 di Internazionale, a pagina 114. Compra questo numero | Abbonati