In questo suo nuovo film, Valeria Bruni Tedeschi, che nelle sue opere ha sempre mescolato il suo ego con fantastiche finzioni, per la prima volta non compare sullo schermo. Lascia spazio a un favoloso gruppo di giovani attori (Nadia Tereszkiewicz, Sofiane Bennacer e tutti gli altri), allievi della scuola di teatro Les amandiers di Patrice Chéreau (Louis Garrel) e Pierre Romans (Micha Lescot), che la regista ha realmente frequentato alla fine degli anni ottanta. Ma Forever young non è un’opera nostalgica o agiografica. Sicuramente evoca un’epoca in modo vivido, ma è soprattutto un’opera del presente, un film elettrizzante sull’essere giovani e infine anche una commovente confessione di un’autrice sul suo rapporto con il mondo, vissuto attraverso una contaminazione permanente tra realtà e finzione, e il rifiuto di ogni inquadramento e norma.
Marilou Duponchel, Les Inrockuptibles
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Questo articolo è uscito sul numero 1489 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati