Il 30 novembre la Xinhua, l’agenzia di stampa cinese, ha dato la notizia della morte a Shanghai di Jiang Zemin, 96 anni, il presidente della Cina dal 1993 al 2003. Era malato di leucemia e non si vedeva in pubblico dal 1 ottobre 2019, quando aveva partecipato dagli spalti alla parata militare per celebrare i settant’anni dalla fondazione della Repubblica popolare. Diventato segretario di partito subito dopo la repressione delle manifestazioni di piazza Tiananmen nel 1989, Jiang è stato il primo leader cinese a non aver combattuto al fianco di Mao Zedong e a garantire al suo successore Hu Jintao un tranquillo passaggio di potere. Sotto di lui Hong Kong è stata restituita alla Cina (1997), i gruppi che facevano capo al movimento religioso del Falun Gong sono stati repressi come minaccia della sicurezza nazionale (1999), il partito ha permesso l’iscrizione anche agli imprenditori (2001) e la Cina è entrata nell’Organizzazione mondiale del commercio (2001).

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Questo articolo è uscito sul numero 1489 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati