In Sudan l’11 aprile è stato il quarto anniversario della caduta della dittatura di Omar al Bashir, che aveva governato per trent’anni. Nei giorni precedenti c’erano state grandi manifestazioni in tutto il paese per chiedere libertà, pace e giustizia, racconta il quotidiano Al Araby al Jadid, e per denunciare lo stallo nei negoziati tra la giunta militare e i rappresentanti della società civile sul passaggio di poteri a un nuovo governo. Nell’autunno 2021 un colpo di stato guidato dal generale Abdel Fattah al Burhan aveva interrotto il processo di transizione verso la democrazia. “Le personalità del vecchio regime avevano tirato un sospiro di sollievo”, racconta il giornale panarabo, “ed erano ricominciate le violenze verbali e fisiche contro gli oppositori”. Alcuni mesi fa Al Burhan, pressato dalle continue manifestazioni di piazza, aveva accettato di riprendere il dialogo, e a inizio aprile avrebbe dovuto aprire alla nomina di un nuovo governo civile. Ma l’accordo è stato più volte rinviato a causa di un disaccordo interno all’esercito, che fa nascere nuove preoccupazioni per il futuro del paese. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1507 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati