L’umanità cattura, caccia o pesca circa un terzo di tutti i vertebrati, cioè quindicimila specie selvatiche. Quasi l’80 per cento di quelle sfruttate sono di uccelli o pesci ossei. Anche i mammiferi e i pesci cartilaginei, come gli squali, sono predati dagli esseri umani, mentre è più raro per i rettili e gli anfibi. L’obiettivo dello studio era paragonare l’attività antropica a quella dei predatori naturali. Dall’analisi dei dati dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) è emerso che l’Homo sapiens occupa una nicchia ecologica a parte: il suo livello di predazione è infatti circa trecento volte superiore a quello di un predatore selvatico con un range geografico equivalente. Inoltre, solo poche specie sono usate a scopo alimentare, la maggior parte degli animali diventa un animale domestico. Nel caso degli uccelli, per esempio, le specie sfruttate sono quasi cinquemila, delle quali più di 3.200 come animali da compagnia. Tra gli altri scopi: la caccia ricreativa, e la produzione di medicine e vestiti. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1519 di Internazionale, a pagina 97. Compra questo numero | Abbonati