“Non parliamo di soldi”, implora un personaggio del secondo romanzo di Brandon Taylor, Gli ultimi americani. Già, ma come evitare l’argomento? Il cast di Taylor è composto per lo più da aspiranti artisti di un’università dell’Iowa – ballerini, poeti – e il denaro (o piuttosto la sua mancanza) ne determina le relazioni, gli stati d’animo e il senso di sé. Li conforta e li spezza. I romanzi ambientati tra artisti e universitari non sono rari. Ma Taylor osserva questo ambiente con occhi nuovi, mostrando come i fili sociali, sessuali e creativi nelle vite dei suoi personaggi s’intrecciano o si spezzano.
Ivan, aspirante ballerino prima di essere messo da parte da un infortunio, ama Goran, un pianista con un fondo fiduciario, una dinamica che genera una tempesta di sensi di colpa e di atteggiamenti passivo-aggressivi. Quando Ivan lancia un account tipo OnlyFans per postare filmati di sesso, alleggerisce il problema dei soldi ma sconvolge tutto il resto. Seamus, un poeta, s’imbroncia durante i suoi seminari, disprezzando gli scrittori che parlano di traumi, colonialismo e sessismo. Il suo secondo lavoro nella cucina di un ospizio è sicuramente un motivo di orgoglio – sia chiaro che non è un artista privilegiato dell’alta società – ma anche una fonte d’imbarazzo. Il sesso furtivo alimenta il disgusto per se stesso. Poi c’è Fatima, una ballerina, che fa turni massacranti in un caffè, e il lavoro spinge i suoi colleghi a vederla come una persona troppo impegnata con la sua musa, o non abbastanza. Gli ultimi americani è strutturato come una raccolta di storie collegate che saltano da un personaggio all’altro, da una coppia all’altra. Ma a differenza di molti romanzi di questo tipo, non dà l’idea di capitoli disparati frettolosamente cuciti in una narrazione. L’empatia di Taylor per i suoi personaggi è profonda, e in ogni momento vuole sottolineare la loro precarietà, la follia di aspirare all’arte in un’epoca in cui il denaro la sminuisce o la distrugge. Con Gli ultimi americani Taylor ha anche approfondito e superato i tradizionali romanzi ambientati nei campus universitari. Rivela le tempeste economiche ed emotive che si nascondono in questo ambiente, e nel farlo mostra quanto siano comuni e quanto il dolore che possono provocare sia universale.
Mark Athitakis,
The Washington Post
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Questo articolo è uscito sul numero 1537 di Internazionale, a pagina 105. Compra questo numero | Abbonati