Louis è così gentile che passa inosservato nel grande studio legale in cui lavora. Comincia a esistere a causa di una diagnosi errata. L’attore Rudy Milstein, passato alla regia, dimostra che è possibile fare una commedia elegante che parla di cancro, sviscerando con energia la spirale di bugie dietro ai silenzi familiari o alle ipocrisie dell’ambiente professionale. Vincent Dedienne, nei panni di Louis, scatena un fantasioso sconcerto di fronte a due tigri (Clémence Poésy e Géraldine Nakache, quest’ultima formidabile come attivista che non ha tempo da perdere in smancerie). Lo stesso regista si ritaglia un ruolo gustoso: un ragazzo che un ictus ha reso completamente insensibile, in una società che lo diventa ogni giorno di più.
Guillemette Odicino, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1548 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati