Quando Faye Webster ha bisogno di scappare, se ne va a sentire l’orchestra sinfonica di Atlanta, la sua città natale. In genere è una decisione presa all’ultimo minuto e questo spiega l’abbigliamento non adeguato per l’occasione, da cui il titolo del suo quinto album. Fin dal primo brano, Thinking about you, racconta dettagliatamente, con una voce un po’ biascicata, esperienze intime in cui si sente incerta tra il bisogno di stare con un’altra persona e la voglia di non impegnarsi fino in fondo. La varietà vocale che le manca è compensata da giochi ed effetti, come il vocoder in Lego ring, che usa per imitare lo stile del suo ospite, il rapper Lil Yachty. Tuttavia la vera magia di Underdressed at the symphony sta nella strumentazione. A metà di Wanna quit all the time la cantautrice statunitense smette di cantare e si crogiola in un’atmosfera sognante, costruita su un piano elettrico, una pedal steel e una chitarra pizzicata. Webster non vuole essere legata a un genere, un luogo o uno stato d’animo. Preferisce il disagio che si prova quando non si appartiene a niente.
Dana Poland, Slant Magazine
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Questo articolo è uscito sul numero 1553 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati