Mohammad Rasoulof è un regista iraniano dissidente in fuga dal suo paese, dov’è ricercato, e arrivato a Cannes con un film sfrontato e sorprendente che rende giustizia all’incredibile dramma che sta vivendo personalmente e all’agonia che sta vivendo l’Iran. È un film sulla misoginia e la teocrazia di stato che rende evidente l’angoscia dei cittadini dissenzienti. Comincia come un dramma politico e domestico pessimista, familiare per il cinema iraniano, per poi degenerare in qualcosa di folle e traumatico. Iman è un avvocato che, appena promosso giudice istruttore, scivola nella paranoia quando la sua pistola scompare in casa. Il film potrebbe non essere perfetto, ma il suo coraggio e la sua rilevanza sono indubbie.
Peter Bradshaw, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1565 di Internazionale, a pagina 85. Compra questo numero | Abbonati