L’amante dell’astronauta si pone esplicitamente in relazione con il primo lungometraggio di Marco Berger, Plan B (2009), riprendendone la trama e i personaggi. In un gioco falsamente innocente, si collega all’infanzia dei personaggi, partendo alla scoperta dell’amore che fuori dai codici conservatori eterocentrici ha un grande potere di emancipazione. Berger gioca la carta del tempo per descrivere una lunga storia d’amore al di là dell’attrazione sessuale. Perché l’espressione dei desideri sessuali, a differenza di Plan B, qui è molto esplicita, fin dai primi incontri, ma sotto forma di giochi che sorpassano l’infanzia per entrare in un mondo adulto dove l’amicizia si estende all’amore. E così la storia di Pinocchio è trasformata attraverso un’interpretazione molto sessualizzata per ricordarci che la forza emancipatrice dell’ingresso nella comunità queer è in un dialogo ininterrotto con la propria infanzia.
Cédric Lépine, Mediapart
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Questo articolo è uscito sul numero 1568 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati