Le ballate di Narayama, originariamente pubblicato in Giappone nel 1956, è un libro che mescola generi diversi: ha la struttura di un romanzo, la brevità di un racconto e contiene una raccolta di canzoni che sono il mezzo espressivo preferito degli abitanti del piccolo villaggio incastonato tra le montagne in cui si svolge la storia. La vita laggiù è tutt’altro che facile: da quelle parti non cresce nulla, c’è poco riso e a tutti si chiede di mangiare poco. I protagonisti sono Orin, una vedova di settant’anni, e suo figlio Tatsuhei, anche lui vedovo e padre di quattro figli. Fukazawa ci racconta la loro storia e l’ultimo viaggio di Orin che parte in pellegrinaggio sul monte Narayama dove, come tutti i vecchi del suo poverissimo villaggio, andrà a morire. Sebbene sia una storia di fantasia Le ballate di Narayama s’interroga sul ruolo dei vecchi nella società, sia in Giappone sia altrove. Da questo libro sono stati tratti due film, uno nel 1958 e uno, con la regia di Shōhei Imamura, che nel 1983 vinse la Palma d’oro al festival di Cannes.
Clémence Leleu, Pen magazine
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Questo articolo è uscito sul numero 1569 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati