Ci sono film che dispensano simbolismi delicatamente, come briciole su un sentiero nel bosco. Ma nell’ultimo thriller di M. Night Shyamalan l’idea simbolica è scatenata con la potenza di un tuono. Dubito che Shyamalan lo ammetterebbe e magari il concetto non è neanche voluto. Ma è quello che dà al film più grinta di qualsiasi altro elemento della sua trama ipercostruita e disumana: la vita in famiglia uccide. In questo senso il titolo del film potrebbe suonare brutalmente letterale. Cooper, vigile del fuoco di Filadelfia, accompagna la figlia a un concerto e diventa l’oggetto di una spietata caccia all’uomo. Per chi non teme spoiler, l’intera trama del film è su Wikipedia. Ma al fondo c’è la doppia vita che conduce Cooper, lo sforzo devastante che compie per risultare un padre e un marito amorevole, anche se capace di atti atroci.
Richard Brody, The New Yorker
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Questo articolo è uscito sul numero 1577 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati